Due temi importanti: l’occupazione femminile, gravemente colpita dall’emergenza sanitaria, e le risorse europee attraverso un piano strategico che riduca gli squilibri di genere L’opportunità del Recovery
Next Generetion UE è una occasione imperdibile per le donne, a patto che la parità di genere in ambito lavorativo venga interpretata e declinata con una politica inclusiva che non si limiti alla parità salariale o alla riduzione dei carichi e degli impegni nell’ambito famigliare( peraltro diritti fondamentali )ma che si impegni a valorizzare le risorse produttive che possono esprimere le donne per l’economia del Paese.
Quindi non solo asili nido , congedi parentali più egualitari, una migliore organizzazione per un lavoro dignitoso e di qualità ma ,in ugual misura , la possibilità di costruire competenze e capacità per affrontare le sfide del mercato del lavoro e rompere finalmente il “soffitto di cristallo “
È quindi necessario anche per le donne mettere in campo progetti e iniziative con programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni nuove soprattutto in campo tecnologico
A dicembre 2020 le donne occupate erano 9 milioni e mezzo, mentre gli uomini più di 13 milioni, a fronte di una popolazione a maggioranza femminile. Rispetto all’anno scorso, inoltre, si contano 444mila persone occupate in meno, di cui 312mila sono donne: si tratta di un calo del 3,5% per le donne e del 2% per gli uomini. Questi dati ci mostrano come la pandemia abbia aggravato gli storici squilibri di genere del nostro Paese e come sono state le donne, già meno rappresentate nella forza lavoro, a pagare per prime il prezzo della crisi sanitaria che ci affligge
Per arginare un fenomeno così preoccupante è necessario intervenire in maniera strutturale sul gap salariale e occupazionale.
La presenza delle donne come protagoniste nei processi decisionali in tutti i settori della società sancirà l’effettiva Parità di Genere e sarà determinante per la ripresa del nostro Paese