La prima volta che ne ho sentito, e potuto, parlare è stato a uno dei tavoli della Leopolda ed oggi è legge. Per alcune categorie di cittadini, fino a ieri, lo Stato dava il messaggio: «Fare figli è una tua scelta e te ne assumi oneri e onori», oggi questo Paese, con il via libera definitivo all’Assegno unico familiare, cambia e dice finalmente a tutti i suoi cittadini: «Se decidi di diventare genitore ci impegneremo insieme, perché è una cosa fondamentale per il futuro».
La denatalità è un dramma come la crisi delle famiglie. Dal primo luglio, ogni mese, fino a 250/260€ per i figli dai sette mesi di gravidanza al ventunesimo anno di età. Ma non è solo una questione di soldi, per incrementare le nascite serve innanzitutto un contesto di fiducia e protezione.
Con l’assegno unico, con il Family Act, questo Paese inizia ad essere presente in modo concreto per tutti i figli, che abbiano un genitore disoccupato, dipendente o lavoratore autonomo ma non ci fermiamo qui. L’approvazione dell’assegno unico universale è un primo step fondamentale del percorso di Italia Viva, portato avanti con tenacia e competenza dalla Ministra Elena Bonetti e votato all’unanimità martedì in Senato. È l’ investimento per ripartire, perchè questi sono soldi per i bambini. Il cambio di prospettiva rispetto al passato sta proprio in questo. Tutti i bambini devono essere accolti e accompagnati nella loro crescita e formazione; sarà una misura progressiva ma sarà lineare in quanto non lascia fuori nessuno.
Semplifica la burocrazia, stop alla moltitudine delle provvidenze a favore delle famiglie con figli. Oggi l’Italia investe l’1,4% del Pil sulle politiche familiari contro la media europea del 2,2% ed in particolare il 2.4% di Francia e addirittura il 3,3% della Germania. Abbiamo iniziato un percorso lungo che necessita ancora di riforme strutturali e importanti finanziamenti.
Italia Viva c’è e continuerà a mettercela tutta.