Quattro parole chiave: cultura, infrastrutture, ambiente e opportunità unite tutte insieme da un filo conduttore, il lavoro.
«Ciao». Non è un saluto e tantomeno un “ciao Conte” come hanno audacemente riferito alcuni giornalisti. È un semplice acronimo che, in realtà, racchiude la complessità di un grande progetto di Recovery di un intero Paese (presentato il 28/12 da Matteo Renzi in conferenza stampa).
«Abbiamo ora una possibilità di spesa che non abbiamo mai avuto da 30 anni e che non avremo probabilmente per i prossimi 30 anni – ha spiegato animatamente il nostro leader Renzi –. Ecco perché dobbiamo spendere al meglio i fondi, altrimenti il debito ci strangolerà». Il discorso di Renzi, semplice e preciso, è proseguito per punti, spiegando ogni parola dell’acronimo e quindi i diversi punti del progetto di revisione.
«Il Paese che immaginiamo, fra 10 anni, dovrà proporsi come il faro della cultura – ha continuato Renzi – siamo il paese della bellezza e del capitale umano: ecco perché proponiamo che si utilizzino 9 miliardi in più su cultura e turismo, che si raddoppino i fondi su scuola, università e ricerca e che si utilizzi il MES per la Sanità».
Importantissimo sarà anche lavorare per la crescita e il rinnovo delle infrastrutture (se ne prospettano 27 miliardi e 300000 case popolari), attraverso i fondi europei. Le infrastrutture, come ha spiegato Matteo Renzi, «generano lavoro» e un punto su cui non ci si può tirare indietro è certamente l’importanza della creazione di una rete dell’Alta Velocità per agevolare spostamenti intra e extra Italia.
Genera lavoro anche il settore che ruota attorno all’ambiente, un lavoro che passa dalla sostenibilità, dall’agricoltura all’idrogeno, dalle energie rinnovabili alla lotta contro il dissesto idrogeologico e tanto altro.
Ma nulla vale se non si generano opportunità, altro punto irrinunciabile del progetto Ciao:«Parliamo di un settore dell’economia vero e reale: l’economia sociale. Crediamo che si debba investire sui giovani attraverso un piano simile a quello inglese chiamato “kickoff”, e sulla parità di genere. E che – ha concluso il nostro leader – si debba intraprendere un vero rilancio dell’industria e che si debba scommettere sullo sviluppo del Mezzogiorno».
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