Dopo la prima giornata del nostro banchetto in via Mazzini, possiamo fare un riepilogo, date le già diverse problematiche emerse. I parmigiani sono venuti a parlare con noi, aperti ad un dialogo costruttivo in grado di mettere in luce le problematiche per trovare soluzioni. La frase più ricorrente è stata «Parma è molto cambiata» e che ci sono cose da «aggiustare e migliorare». Sono emersi alcuni aspetti da trattare con più urgenza, come per Daniela, giovane madre, che mette al centro la difficoltà delle famiglie e delle madri lavoratrici che necessitano subito del sostegno per i permessi e i congedi retribuiti, a testimonianza dell’urgenza che ha Family Act. Emerge la preoccupazione di Luisa, signora di mezza età, per “tanti maleducati” che portano degrado in alcune zone (in particolare alcuni parchi considerati inagibili per situazioni non sicure e di pericolo). Vivere il territorio significa anche vivere le sue istituzioni, da qui la necessità espressa dalle persone più anziane, di migliorare i servizi di Sanità territoriale grazie anche ai fondi Mes, la burocrazia degli enti e il lavoro. Chiaramente il mondo era già cambiato prima della pandemia ed è stato ancora stravolto in questo ultimo anno. Parma è inevitabilmente coinvolta in questo cambiamento e la politica ha il dovere di ascoltare e mettersi in gioco per il futuro. Per questo motivo ci vedremo sabato mattina con alcune semplici domande per i parmigiani e la prima sarà sicuramente: com’è cambiata Parma?

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“Parma ad alta voce” questo il nome per il progetto di un festival della cultura umanistica e della letteratura dove trovino spazio anche i nuovi